Rimini, inciucio o preveggenza?
La scelta dell’ex candidato sindaco Alberto Bucci di non votare contro Alberto Ravaioli e la sua giunta, ma di astenersi sulle linee programmatiche del governo cittadino, suona ampiamente innovativa, per cui sembra (in apparenza) aver ragione il capogruppo di Forza Italia Alessandro Ravaglioli: «È come se Berlusconi si fosse astenuto sulla fiducia di Prodi».
Ma per comprenderne il vero significato, forse non è inutile ascoltare le voci romane dai giornali di oggi sabato 29 luglio. Il presidente della Camera Bertinotti ha detto alla «Stampa»: «Le difficoltà si possono superare allargando la maggioranza di governo» con una discussione franca che «sotto traccia è già in corso». Il presidente del Senato Marini ricorre ad una contorta formula per invocare più confronto con l’opposizione e meno voti blindati per addivenire a scelte condivise. Anna Finocchiaro ha detto no allo «stress da voto di fiducia» per arrivare a scelte bipartisan su «questioni d’interesse nazionale».
Intanto Silvio Berlusconi (che sarà a Rimini in agosto al Meeting di CL) secondo Francesco Verderami («Corriere della sera»), promette un radicale cambiamento: farà «l’uomo di confine» allo scopo di ‘bruciare’ Casini, e quindi non sarà più l’oppositore irato di Prodi come sinora è fermamente stato.
Dunque Bucci potrebbe aver anticipato Berlusconi ed aver avviato da Rimini un esperimento nazionale, per un diverso «clima» di governo della cosa pubblica. Insomma una specie di rivoluzione che in sede locale ha la sua premessa nel risultato elettorale amministrativo della scorsa primavera, quando Forza Italia perse il 52,13% dei voti, mentre AN salì del 16,26. Un risultato che dimostrava come con la vecchia amministrazione di Ravaioli il Centro-destra (od almeno una sua parte) non se la fosse poi passata così male. Due assessori erano stati… defenestrati per la questione del troppo cemento. Tutto ciò aveva fatto prevedere non il ballottaggio per Ravaioli, ma addirittura la sua sconfitta al primo turno. Invece… Per la serie: l’orco non è poi brutto come lo si dipinge.
Adesso Bucci debutta con l’astensione. Se si tratta di una rivoluzione, essa ha un precedente nella scelta fatta da Massimo Conti il 13 giugno 1989: la sostituzione dell’antico legame fra Pci e Pci con un pentapartito che vince le elezioni del 1990 forte di 26 seggi su 50 (Psi +2, Pci –3, altri 2 li aveva persi nel 1985). Divenne sindaco Marco Moretti che alla parola pentapartito sostituì la formula di «bicolore fra laici e Dc». L’anno dopo proprio a Rimini al XX congresso del Pci nasceva il Pds.
Forse Bucci entrerà nella storia per una mossa preveggente che oggi a molti della sua stessa parte politica appare invece come un classico inciucio.
Antonio Montanari
Ma per comprenderne il vero significato, forse non è inutile ascoltare le voci romane dai giornali di oggi sabato 29 luglio. Il presidente della Camera Bertinotti ha detto alla «Stampa»: «Le difficoltà si possono superare allargando la maggioranza di governo» con una discussione franca che «sotto traccia è già in corso». Il presidente del Senato Marini ricorre ad una contorta formula per invocare più confronto con l’opposizione e meno voti blindati per addivenire a scelte condivise. Anna Finocchiaro ha detto no allo «stress da voto di fiducia» per arrivare a scelte bipartisan su «questioni d’interesse nazionale».
Intanto Silvio Berlusconi (che sarà a Rimini in agosto al Meeting di CL) secondo Francesco Verderami («Corriere della sera»), promette un radicale cambiamento: farà «l’uomo di confine» allo scopo di ‘bruciare’ Casini, e quindi non sarà più l’oppositore irato di Prodi come sinora è fermamente stato.
Dunque Bucci potrebbe aver anticipato Berlusconi ed aver avviato da Rimini un esperimento nazionale, per un diverso «clima» di governo della cosa pubblica. Insomma una specie di rivoluzione che in sede locale ha la sua premessa nel risultato elettorale amministrativo della scorsa primavera, quando Forza Italia perse il 52,13% dei voti, mentre AN salì del 16,26. Un risultato che dimostrava come con la vecchia amministrazione di Ravaioli il Centro-destra (od almeno una sua parte) non se la fosse poi passata così male. Due assessori erano stati… defenestrati per la questione del troppo cemento. Tutto ciò aveva fatto prevedere non il ballottaggio per Ravaioli, ma addirittura la sua sconfitta al primo turno. Invece… Per la serie: l’orco non è poi brutto come lo si dipinge.
Adesso Bucci debutta con l’astensione. Se si tratta di una rivoluzione, essa ha un precedente nella scelta fatta da Massimo Conti il 13 giugno 1989: la sostituzione dell’antico legame fra Pci e Pci con un pentapartito che vince le elezioni del 1990 forte di 26 seggi su 50 (Psi +2, Pci –3, altri 2 li aveva persi nel 1985). Divenne sindaco Marco Moretti che alla parola pentapartito sostituì la formula di «bicolore fra laici e Dc». L’anno dopo proprio a Rimini al XX congresso del Pci nasceva il Pds.
Forse Bucci entrerà nella storia per una mossa preveggente che oggi a molti della sua stessa parte politica appare invece come un classico inciucio.
Antonio Montanari
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