Dis/Servizi Segreti
Per cento giorni nel 1941 Ernest Hemingway lavorò come spia del governo americano. Sarebbe molto disdicevole che quei cronisti italiani che sono stati sinora al soldo dei nostri Servizi segreti, si considerassero colleghi d'arte del celebre romanziere. Le notizie degli ultimi giorni ci hanno mostrato terribili e persino luttuosi intrecci fra spioni, malaffare e politica. Persone perbene che hanno permesso alla magistratura di scoprire attività illecite di intercettazione, sono state trovate prive di vita. Sembra la scena di un film.
Ma è la realtà spaventosa. Su cui si lancia la rinnovata promessa di «riformare i Servizi» come soluzione di tutto. Ci si permetta di ritenerla una pia illusione, amaramente confermata dal ricordo che ad ogni riforma si contrappone con diabolica astuzia una controriforma per opera dei cosiddetti «settori deviati». Dei quali sappiamo che hanno operato, hanno prodotto spaventosi effetti destinati a turbare la quiete politica del Paese. Ma sui quali si conoscono ben poche informazioni perché in un modo o nell'altro si arriva al sigillo leggermente nauseabondo del «segreto di Stato». Che non permette di scoprire le cause di tanti fatti misteriosi accaduti in Italia, non sappiamo se tra l'indifferenza della politica, o se nel coinvolgimento di «certa» politica o di «certi» politicanti.
Esiste una maniera tutta nostrana di gestire i «segreti» e gli annessi Servizi. Spacciandosi ad esempio come combattenti di una quarta guerra mondiale, ma senza l'idea di sacrificarvi la vita, bensì di passare poi alla cassa per il rimborso spese. Sono scenette da commedia all'italiana, da vecchio film con Totò e Peppino De Filippo. Verrebbe da ridere se non ci fossero sull'asfalto i cadaveri eccellenti di quelle persone perbene che avevano lavorato per far rispettare la legge. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad invenzioni ben illustrate e amplificate anche in sede parlamentare, come il finto caso della Telecom Serbia. C'è da chiedersi (la risposta non è scontata): chi ha manovrato chi e per che cosa? Si è persino tentato di coinvolgere Romano Prodi come presidente europeo in una bega interna solo nostra, con documenti falsi passati ai giornali.
Dunque è tutta una specialità italica quella di inventare balle. Il dramma è che appunto ogni tanto ci sono poi delle notizie vere che recano storie di morte. Quanto lette non sappiamo, in questi giorni di caldo e soprattutto di discussioni sportive.
Ma è la realtà spaventosa. Su cui si lancia la rinnovata promessa di «riformare i Servizi» come soluzione di tutto. Ci si permetta di ritenerla una pia illusione, amaramente confermata dal ricordo che ad ogni riforma si contrappone con diabolica astuzia una controriforma per opera dei cosiddetti «settori deviati». Dei quali sappiamo che hanno operato, hanno prodotto spaventosi effetti destinati a turbare la quiete politica del Paese. Ma sui quali si conoscono ben poche informazioni perché in un modo o nell'altro si arriva al sigillo leggermente nauseabondo del «segreto di Stato». Che non permette di scoprire le cause di tanti fatti misteriosi accaduti in Italia, non sappiamo se tra l'indifferenza della politica, o se nel coinvolgimento di «certa» politica o di «certi» politicanti.
Esiste una maniera tutta nostrana di gestire i «segreti» e gli annessi Servizi. Spacciandosi ad esempio come combattenti di una quarta guerra mondiale, ma senza l'idea di sacrificarvi la vita, bensì di passare poi alla cassa per il rimborso spese. Sono scenette da commedia all'italiana, da vecchio film con Totò e Peppino De Filippo. Verrebbe da ridere se non ci fossero sull'asfalto i cadaveri eccellenti di quelle persone perbene che avevano lavorato per far rispettare la legge. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad invenzioni ben illustrate e amplificate anche in sede parlamentare, come il finto caso della Telecom Serbia. C'è da chiedersi (la risposta non è scontata): chi ha manovrato chi e per che cosa? Si è persino tentato di coinvolgere Romano Prodi come presidente europeo in una bega interna solo nostra, con documenti falsi passati ai giornali.
Dunque è tutta una specialità italica quella di inventare balle. Il dramma è che appunto ogni tanto ci sono poi delle notizie vere che recano storie di morte. Quanto lette non sappiamo, in questi giorni di caldo e soprattutto di discussioni sportive.
<< Home