26 marzo 2006

Bartali

La domanda (in apparenza) inquietante resiste dal 1949. Nasce da una foto sportiva, Tour de France: Bartali, Coppi ed una borraccia. L'anno prima Gino Bartali aveva vinto la corsa arrivando a Parigi in maglia gialla, dopo averla strappata dalle spalle di Louison Bobet. Dissero qui da noi che aveva salvato la Patria in pericolo dopo l'attentato romano a Palmiro Togliatti da parte di Antonio Pallante, uno studente universitario venticinquenne che si dichiarò iscritto al partito liberale (comunicato Ansa del 14 luglio 1948, ore 13). Seguirono incidenti in varie parti d'Italia con alcuni morti. La foto del 1949 mostra il passaggio d'una borraccia fra i due ciclisti. Ancor oggi i giornali s'interrogano: chi la passò a chi? La risposta c'è già (da sempre) in un filmato della «Settimana Incom» dello stesso Tour: Fausto Coppi invoca un aiuto dal rivale che gli offre l'acqua per dissetarsi. Tutto qui.

Paolo Conte ha ricordato «quel naso triste da italiano allegro» che passava tra i francesi che (censuriamo) s'adiravano. Allora come oggi, i francesi se la prendono con noi: è accaduto a Bruxelles il 25 marzo. Pure qui c'è di mezzo una foto che dice poco o nulla: il nostro presidente del Consiglio scherza amichevolmente con il capo dello Stato francese Jacques Chirac. Due ore dopo, chiuso il vertice europeo, Chirac «è esploso», come ha scritto il corrispondente del giornale di Torino di proprietà della nota famiglia sovversiva Agnelli: «In sette interminabili minuti di frasi avvelenate, di allusioni e di toni forti», ha accusato in pratica l'Italia (a proposito dell'offerta Enel sulla società Suez) di essere meno liberista della Francia.

Non possiamo dire, per rispettare la par condicio, se ha ragione l'Italia oppure la Francia. Né possiamo onestamente celare il nostro pensiero: anche noi, come Paolo Conte in quella canzone, stiamo ad aspettare Bartali con «quel naso triste da italiano allegro». Ed aggiungiamo una postilla ricavandola da una brevissima nota che lo stesso Conte ha pubblicato sulla «Stampa» in prima pagina domenica 26 marzo 2006, in occasione dell'inizio del film televisivo su Gino Bartali: per parlare «di esistenza umana» e non di sport, Conte cercava allora «una di quelle facce italiane di gente normale a cavallo di una bici», con «un bel nasone comune, nostrano, sincero». Anche noi, convinti bartaliani di un tempo, ameremmo oggi vedere facce di gente normale a piedi o in bici, con nasi sinceri.