Par condicio
Per par condicio espongo quanto segue. Si è parlato tanto di un malanno che ha afflitto il presidente del Consiglio al quale invio molti auguri di guarigione anche perché ogni tanto mi invia lettere affettuose ed opuscoli divertenti. Uno suggeriva di pensare alla salute. Ho evitato per lo spavento subìto di leggere il capitolo che mi riguarda (dove si parla degli anziani), appunto perché come suggeriva il titolo stesso è meglio pensare alla salute piuttosto che alle medicine, visto che queste ultime procurano più malattie della stessa vecchiaia. Il secondo opuscolo, più recente, parla dell’innovazione digitale, dove il ministro Lucio Stanca ha scritto una premessa che non spiega in che cosa consista la stessa innovazione digitale. Credo che interessi mia moglie che usa il ditale per attaccarmi i bottoni delle camicie e rammendarmi le calze.
Vengo alla par condicio: pure io ho avuto la bua, il fuoco di Sant’Antonio, dal costo di 140 euro per visita specialistica a mie spese e di oltre 120 per farmaco antivirale a carico del ministro della Sanità, che poi adesso è lo stesso signore che ogni tanto mi scrive, ma l’opuscolo sulla salute non l’ha compilato lui perché l’avrebbe intitolato: non preoccuparti della salute che ci pensiamo noi. Inoltre, alla par condicio si unisce un conflitto d’interessi tutto mio, perché nel giorno in cui stavo male avevo due appuntamenti ai quali non volevo partecipare per non trovarmi con persone alle quali risulto sgradito e che di conseguenza mi sono leggermente antipatiche. Avevo pensato: non ci vado, e dico che sto male mentre non è vero. Ecco, la fregatura è stata questa, provocata psichicamente dal conflitto d’interessi: per dimostrare che era vero che stavo male, mi sono ammalato davvero.
Il fatto forse non è stato creduto da chi non mi ha visto arrivare, ma a me non interessa. In precedenza per evitare un brutto incontro avevo inventato un viaggio. Dico che vado a Roma, spiegai a mia moglie, la quale mi suggerì di fissare una mèta più vicina, diciamo Bologna. Dovevo presentare un mio scritto, ma l’organizzatore aveva invitato anche un’altra persona che non c’entrava nulla e che professionalmente non mi garba. Il fatto strano è che quando l’organizzatore mi ha chiamato per la conferma, prima che gli dicessi che sarei stato assente ed in viaggio per Bologna, lui mi avvertì che l’altra persona era impossibilitata ad intervenire per mal di denti. Una perfetta par condicio.
Vengo alla par condicio: pure io ho avuto la bua, il fuoco di Sant’Antonio, dal costo di 140 euro per visita specialistica a mie spese e di oltre 120 per farmaco antivirale a carico del ministro della Sanità, che poi adesso è lo stesso signore che ogni tanto mi scrive, ma l’opuscolo sulla salute non l’ha compilato lui perché l’avrebbe intitolato: non preoccuparti della salute che ci pensiamo noi. Inoltre, alla par condicio si unisce un conflitto d’interessi tutto mio, perché nel giorno in cui stavo male avevo due appuntamenti ai quali non volevo partecipare per non trovarmi con persone alle quali risulto sgradito e che di conseguenza mi sono leggermente antipatiche. Avevo pensato: non ci vado, e dico che sto male mentre non è vero. Ecco, la fregatura è stata questa, provocata psichicamente dal conflitto d’interessi: per dimostrare che era vero che stavo male, mi sono ammalato davvero.
Il fatto forse non è stato creduto da chi non mi ha visto arrivare, ma a me non interessa. In precedenza per evitare un brutto incontro avevo inventato un viaggio. Dico che vado a Roma, spiegai a mia moglie, la quale mi suggerì di fissare una mèta più vicina, diciamo Bologna. Dovevo presentare un mio scritto, ma l’organizzatore aveva invitato anche un’altra persona che non c’entrava nulla e che professionalmente non mi garba. Il fatto strano è che quando l’organizzatore mi ha chiamato per la conferma, prima che gli dicessi che sarei stato assente ed in viaggio per Bologna, lui mi avvertì che l’altra persona era impossibilitata ad intervenire per mal di denti. Una perfetta par condicio.
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