05 gennaio 2009

Giustizia (2009)

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Si fa presto a dire riforme e dialogo. Carlo Federico Grosso ha saggiamente posto dei paletti invalicabili e inamovibili in tema di Giustizia.

"Vi sono decisioni sulle quali avere condivisione è difficile", ha scritto sulla "Stampa" del 2 gennaio. La prima decisione riguarda la riforma dell'ufficio del PM rendendolo "avvocato dell'accusa".

La seconda, le forze di polizia che diverrebbero autonome rispetto alla procura "nella fase di ricerca delle notizie di reato", mentre il PM "dovrebbe essere autorizzato a iniziare le sue indagini a seguito di un rapporto" delle stesse forze dell'ordine.

CFG teme che l'opposizione non sappia sfuggire alla tentazione di "tagliare in qualche modo le unghie alle Procure"...

In un precedente editoriale (27 dicembre) CFG aveva ammonito, altrettanto molto saggiamente, che il problema della Giustizia non tocca soltanto i politici ma "interessa tutti i cittadini, che, appunto tutti, hanno il diritto di non essere trascinati in procedimenti penali avventati, in giudizi non sufficientemente ponderati, in iniziative esorbitanti".

E tra queste "iniziative esorbitanti" ci sembra di poter mettere proprio le due "decisioni" difficili da condividere di cui CFG ha trattato il 2 gennaio.

Il problema è: di tutti questi discorsi importanti e fondamentali, che cosa giunge alla pubblica opinione attraverso i mass media?

Non basta invocare il "volemose bene", bisogna salvaguardare il rispetto della Costituzione. Abbiamo un presidente della Repubblica che ne è consapevole, pur avendo firmato il "lodo Alfano".

Ma c'è pure un presidente del Consiglio che pensa già come se fosse lui il capo di uno Stato a regime presidenziale e non parlamentare. E che in questa sua visione delle cose, pensa di poter pretendere dall'opposizione un'obbedienza cieca.

Egli è favorito dal fatto che la spartizione dei favori lobbistici su cui indaga da qualche parte la Magistratura, potrebbe indurre in tentazione l'opposizione stessa (come paventa CFG) a "tagliare in qualche modo le unghie alle Procure". Facendo un favore al capo del governo e facilitando le sue pericolose pretese presidenzialistiche.




[05.01.2009, anno IV, post n. 4 (724), © by Antonio Montanari 2009]

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