26 marzo 2007

Avevo ragione...



Avevo ragione a scrivere lo
scorso settembre che «a Rimini diventa sempre più pericoloso scrivere per le insidie mafiose già dimostrate» a mio danno.
Nei giorni scorsi è successo questo: un quotidiano di Rimini ha pubblicato a piena pagina un servizio per demolire la tesi della biblioteca malatestiana di San Francesco come prima biblioteca pubblica d'Italia.

Gli strali di un anonimo «erudito» non si sono diretti al fatto che quella biblioteca sia stata (come è stata) appunto la prima  biblioteca pubblica italiana, ma alla esistenza stessa della biblioteca malatestiana di San Francesco.
Insomma per lui (l'«erudito» misterioso) sarebbe una tipica «patacata» riminese sostenere che nella seconda metà del 1400 a Rimini c'era la biblioteca malatestiana di San Francesco.

Ho telefonato a quel giornale, non sono riuscito a parlare con il suo direttore, ma soltanto con un redattore.
Al quale ho spiegato:
1. che non ho copiato dall'autore indicato dall'anonimo «erudito» (volume del 2004);
2. che io e l'autore del volume del 2004 abbiamo attinto alle stesse fonti del 1800 e prima, etc.;
3. che per correttezza dal giornale avrebbero dovuto chiamarmi al telefono prima di pubblicare un articolo «contro» di me, ma ideato per colpire (per altra vicenda e polemica) l'autore di quel libro;
4. che esisterebbero anche gli estremi per una querela per diffamazione (nell'articolo appunto si scrive che io ho copiato etc., e che mi sono inventato la biblioteca malatestiana di San Francesco).
Ho dichiarato al redattore del quotidiano che l'anonimo autore del cosiddetto «libello» (detto semplicemente, una mail...), non merita risposta. Costui si presenta mascherandosi come «Gian Filippo Asinari di San Martino».

Lo stesso quotidiano ha poi dovuto far marcia indietro, anche se ha cercato di salvarsi la faccia scrivendo nel titolo che «il dubbio rimane», pure con i pareri riportati che sono tutti a favore dell'esistenza della biblioteca francescana. Ovviamente.

A questo punto non mi resta che ricordare un fatto: la persona
che due anni fa mi ha diffamato via Internet dovrà risponderne in tribunale.
Siccome non ho voglia di perdere tempo dietro alle sciocchezze, lascio
«Gian Filippo Asinari di San Martino» (che so ben chi è) nella sua sapienza enciclopedica, ed io mi faccio gli affari miei, dato che lui non si fa i suoi e viene a scocciare il sottoscritto. Amen.

Questo testo si legge anche qui: ilrimino.blogs.it,
oppure qui:
ilrimino.livejournal.com.