Prodi o Prudenti?
Manager incarcerati per una serie di reati che vanno dalla criminalità vera e propria a «miseri imbrogli legali». Diffidenza e sfiducia diffuse ovunque. Costose nuove regole. Il quadro si riferisce agli Usa, ed è delineato in un volume scritto dal sociologo Daniel Yankelovich (classe 1924), «Profitto con onore», Yale University Press.
Da una sua pagina presentata ne «Il Sole-24 ore» di oggi 20 agosto, ricaviamo un passo illuminante per qualsiasi Paese: «Leggi e regolamenti non assicurano la buona condotta», infatti «uno studio legale prospera solo quando i suoi avvocati sanno consigliare i clienti su come aggirare la legge».
In Italia di recente si è tentato di salvaguardare l’onore degli studi legali, risparmiando ai loro avvocati la fatica di studiare i modi «su come aggirare la legge». Ci hanno pensato direttamente alcuni onorevoli, per caso anche legali delle parti interessate ai provvedimenti approvati dalle Camere. Ma questa è ormai acqua passata.
Nei giorni scorsi il tema delle nuove regole è stato affrontato da alcuni ministri della Repubblica in relazione alla questione fiscale. Come è ben noto, pagare le tasse è ritenuto in Italia un’impresa disonorevole, per cui molti elogiano gli evasori quali eroi degni di stima, ammirazione ed imitazione. Resta celebre la battuta di un presidente del Consiglio, pronunciata mentre era in carica: «Chi è? Ah, siete dei ladri? Per fortuna, temevo che fosse la Guardia di Finanza».
Questa non è acqua passata, anche perché il governo Prodi, a corto di voti e di fiato, dovrà prima o poi fare i conti con quell’ex-presidente, al quale sul tema delle tasse sta dando una mano la stessa maggioranza. Il ministro di Clemenza e Giustizia, Clemente Mastella, ha inventato uno di quei giochini estivi che furoreggiano sui giornali, «prendi un cognome e storpialo». La discussione verteva su come stanare gli evasori, e sulla necessità di un’anagrafe dei contribuenti per controlli incrociati (che ci illudevamo fossero stati già realizzati da trent’anni, come promesso).
Mastella è intervenuto dichiarando che «Visco fa rima con fisco», per cui quando parla deve essere più cauto. Sarebbe come sostenere che il ministro alla Difesa Parisi potrebbe essere spinto dalla rassomiglianza con la capitale della Francia, ad infastidire Chirac per l’invio di truppe Onu in Libano. E che Prodi sarebbe più efficace nella sua azione di capo dell’esecutivo se si chiamasse soltanto onorevole Prudenti.
Da una sua pagina presentata ne «Il Sole-24 ore» di oggi 20 agosto, ricaviamo un passo illuminante per qualsiasi Paese: «Leggi e regolamenti non assicurano la buona condotta», infatti «uno studio legale prospera solo quando i suoi avvocati sanno consigliare i clienti su come aggirare la legge».
In Italia di recente si è tentato di salvaguardare l’onore degli studi legali, risparmiando ai loro avvocati la fatica di studiare i modi «su come aggirare la legge». Ci hanno pensato direttamente alcuni onorevoli, per caso anche legali delle parti interessate ai provvedimenti approvati dalle Camere. Ma questa è ormai acqua passata.
Nei giorni scorsi il tema delle nuove regole è stato affrontato da alcuni ministri della Repubblica in relazione alla questione fiscale. Come è ben noto, pagare le tasse è ritenuto in Italia un’impresa disonorevole, per cui molti elogiano gli evasori quali eroi degni di stima, ammirazione ed imitazione. Resta celebre la battuta di un presidente del Consiglio, pronunciata mentre era in carica: «Chi è? Ah, siete dei ladri? Per fortuna, temevo che fosse la Guardia di Finanza».
Questa non è acqua passata, anche perché il governo Prodi, a corto di voti e di fiato, dovrà prima o poi fare i conti con quell’ex-presidente, al quale sul tema delle tasse sta dando una mano la stessa maggioranza. Il ministro di Clemenza e Giustizia, Clemente Mastella, ha inventato uno di quei giochini estivi che furoreggiano sui giornali, «prendi un cognome e storpialo». La discussione verteva su come stanare gli evasori, e sulla necessità di un’anagrafe dei contribuenti per controlli incrociati (che ci illudevamo fossero stati già realizzati da trent’anni, come promesso).
Mastella è intervenuto dichiarando che «Visco fa rima con fisco», per cui quando parla deve essere più cauto. Sarebbe come sostenere che il ministro alla Difesa Parisi potrebbe essere spinto dalla rassomiglianza con la capitale della Francia, ad infastidire Chirac per l’invio di truppe Onu in Libano. E che Prodi sarebbe più efficace nella sua azione di capo dell’esecutivo se si chiamasse soltanto onorevole Prudenti.
<< Home