Prodi, questa volta hai ragione
• Caro Romano Prodi, questa volta hai ragione al cento per cento. Dalla piazza soltanto insulti. Leggo sulla StampaWeb questa tua dichiarazione: «Ieri, veramente, io ho sentito solo esprimere solo insulti, programmi non ce ne erano». E mi viene da aggiungere quanto segue.
• Per dimostrare intolleranza, spirito di violenza, arroganza ed i nostalgici pensieri del ventennio da parte di ventenni schiamazzanti, non era necessario marciare su Roma (in pullman). Bastava girarsi attorno ad ogni angolo di città o di strada.
• Ai «due milioni» che hanno offerto al loro unico leader ex tesserato P2 l'occasione di dichiarare che sono la maggioranza nel Paese, è (non) inutile ricordare che le piazze non sono le Camere uscite dalle urne.
• La piccola differenza sfugge a chi urlava in quei cortei. Differenza gravemente oscurata da chi parlava alle folle.
• Tra demagogia (di destra o di sinistra fa lo stesso: gli opposti coincidono sempre nella Storia) e democrazia, la distanza sta in questa differenza: le piazze non sono le urne. Siamo una repubblica parlamentare. Dalla piazza passa la via per quella presidenziale autoritaria. Ma quella via non è ancora fortunatamente presente nei nostri programmi collettivi 'consapevoli'.
• Credo che il «trionfo» romano sia segno di una sostanziale debolezza dell'opposizione. L'attacco ad un personaggio (per me insopportabile, quindi non lo dico per difenderlo) come Casini, è soltanto l'ultima spiaggia di Berlusconi per dire: il padrone sono me.
• È una brutta politica, questa di un'Italia manovrata dalla «Forza» berlusconiana che può mobilitare tv, giornali e masse scorrazzate per l'Italia (chi ha pagato? ovvia la risposta).
• Come tutte le democrazie anche l'Italia ha bisogno di forze di destra consapevoli e costituzionali. Per ora non ci sono nel senso che non si fanno sentire e stanno inginocchiate verso il Berlusconi populista-peroniano. C'è soltanto un leader che mette il suo cappello su tutte le poltrone quando lui ed i cosiddetti alleati si radunano. C'è un delfino (Fini) che viaggia in moto violando la legge senza casco. Bell'esempio.
• Non riuscendo a trovare argomentazioni politiche, la destra di oggi, la destra berlusconiana in regime di monopolio del signore di Arcore, urla, offende, sbraita, deride.
• Niente tasse? E chi paga gli ospedali dove vogliamo (vogliono anche gli urlanti) essere curati?
• Passi per il cavaliere (s'aggrappa al delirio del trionfo), ma politici responsabili non ci sono nei suoi dintorni?
• Sergio Romano stamani sul Corriere della Sera ha scritto che Berlusconi quand'era al governo non è riuscito a mantenere le promesse del 2001, ed ha impiegato una parte del suo tempo a risolvere in parlamento «i suoi problemi».
• Non le basta questo, ambasciatore Romano, per giudicare negativamente quel governo?
• Lei osserva che nonostante ciò, Berlusconi entusiasma più di metà del Paese. E questo, secondo me, dipende dal fatto che l'opinione di commentatori come lei (che forse Berlusconi considera un comunista) non mette in luce i guasti di quel governo, ma soltanto le difficoltà (chiamiamole così) di quello uscito dalle urne.
• Berlusconi è un uomo in crisi, da tempo. Soltanto per i commentatori è il mago che raduna le folle. E poi, dietro gli insulti che cosa c'è? Lei stesso ambasciatore Romano spiega che Berlusconi non ha parlato né di Europa né di globalizzazione, «le due realtà da cui dipende il futuro dell'Italia».
• Ed allora? Di che cosa parliamo? Anzi di che cosa hanno parlato ieri sera?
• Ecco perché questa volta ha ragione Prodi: «Ieri, veramente, io ho sentito solo esprimere solo insulti, programmi non ce ne erano».
_________________________
Sono presente in questi blog:
antoniomontanarinozzoli.blog.lastampa.it
antoniomontanari.blog.kataweb.it
ilrimino.blogs.it
• Per dimostrare intolleranza, spirito di violenza, arroganza ed i nostalgici pensieri del ventennio da parte di ventenni schiamazzanti, non era necessario marciare su Roma (in pullman). Bastava girarsi attorno ad ogni angolo di città o di strada.
• Ai «due milioni» che hanno offerto al loro unico leader ex tesserato P2 l'occasione di dichiarare che sono la maggioranza nel Paese, è (non) inutile ricordare che le piazze non sono le Camere uscite dalle urne.
• La piccola differenza sfugge a chi urlava in quei cortei. Differenza gravemente oscurata da chi parlava alle folle.
• Tra demagogia (di destra o di sinistra fa lo stesso: gli opposti coincidono sempre nella Storia) e democrazia, la distanza sta in questa differenza: le piazze non sono le urne. Siamo una repubblica parlamentare. Dalla piazza passa la via per quella presidenziale autoritaria. Ma quella via non è ancora fortunatamente presente nei nostri programmi collettivi 'consapevoli'.
• Credo che il «trionfo» romano sia segno di una sostanziale debolezza dell'opposizione. L'attacco ad un personaggio (per me insopportabile, quindi non lo dico per difenderlo) come Casini, è soltanto l'ultima spiaggia di Berlusconi per dire: il padrone sono me.
• È una brutta politica, questa di un'Italia manovrata dalla «Forza» berlusconiana che può mobilitare tv, giornali e masse scorrazzate per l'Italia (chi ha pagato? ovvia la risposta).
• Come tutte le democrazie anche l'Italia ha bisogno di forze di destra consapevoli e costituzionali. Per ora non ci sono nel senso che non si fanno sentire e stanno inginocchiate verso il Berlusconi populista-peroniano. C'è soltanto un leader che mette il suo cappello su tutte le poltrone quando lui ed i cosiddetti alleati si radunano. C'è un delfino (Fini) che viaggia in moto violando la legge senza casco. Bell'esempio.
• Non riuscendo a trovare argomentazioni politiche, la destra di oggi, la destra berlusconiana in regime di monopolio del signore di Arcore, urla, offende, sbraita, deride.
• Niente tasse? E chi paga gli ospedali dove vogliamo (vogliono anche gli urlanti) essere curati?
• Passi per il cavaliere (s'aggrappa al delirio del trionfo), ma politici responsabili non ci sono nei suoi dintorni?
• Sergio Romano stamani sul Corriere della Sera ha scritto che Berlusconi quand'era al governo non è riuscito a mantenere le promesse del 2001, ed ha impiegato una parte del suo tempo a risolvere in parlamento «i suoi problemi».
• Non le basta questo, ambasciatore Romano, per giudicare negativamente quel governo?
• Lei osserva che nonostante ciò, Berlusconi entusiasma più di metà del Paese. E questo, secondo me, dipende dal fatto che l'opinione di commentatori come lei (che forse Berlusconi considera un comunista) non mette in luce i guasti di quel governo, ma soltanto le difficoltà (chiamiamole così) di quello uscito dalle urne.
• Berlusconi è un uomo in crisi, da tempo. Soltanto per i commentatori è il mago che raduna le folle. E poi, dietro gli insulti che cosa c'è? Lei stesso ambasciatore Romano spiega che Berlusconi non ha parlato né di Europa né di globalizzazione, «le due realtà da cui dipende il futuro dell'Italia».
• Ed allora? Di che cosa parliamo? Anzi di che cosa hanno parlato ieri sera?
• Ecco perché questa volta ha ragione Prodi: «Ieri, veramente, io ho sentito solo esprimere solo insulti, programmi non ce ne erano».
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