Forza e coraggio era l'insegna di una società ciclistica dell'Ottocento romagnolo, ed è tuttora quella di una società ginnastica milanese nata verso la fine di quel secolo.
Francesco Rutelli l'ha adottata come etichetta politica. Ma nella vita non si può avere tutto. Se "Coraggiosi" si sono definiti lui ed i suoi seguaci come corrente di destra del Pd, non possono però chiamarsi pure forti se vanno verso un abbraccio un poco periglioso, quello con l'Udc di Pier Ferdinando Casini.
A Montecatini Rutelli oggi ha attaccato Veltroni in puro stile democristiano. "Siamo qui per aiutarlo e sostenerlo" si è espresso, mentre rivendicava l'originalità di una diagnosi infausta per l'Italia dei Valori e la sua alleanza con il Pd. Morale della favola, bisogna cambiare partner. Liquidare Di Pietro ed andare con Casini.
In tutto ciò non c'è molto di originale né di fantasioso. Casini era stato la pedina su cui aveva puntato il Vaticano. Gli elettori lo avevano bocciato. Quale migliore occasione che riscoprilo ora come alleato, prendendo due piccioni con una fava, ovvero la benedizione d'oltre Tevere e lo scalpo di Veltroni.
Ma ci sono in Italia le condizioni per fare tutto questo sconquasso? E' vero che l'appoggio della Chiesa a Berlusconi è venuto a mancare sin dallo scorso agosto. Quando scrissi a proposito del meeting riminese di Comunione e Liberazione, un post intitolato "CL, Silvio addio".
Allora alla proposta di Giulio Tremonti di fare l’alzabandiera nelle scuole, Cesana rispose con un commento che più velenoso non si poteva: «Ho il sospetto che l’unica bandiera da alzare sia quella bianca». Osservai che nella visione religioso-filosofica di un movimento ecclesiale quale CL, la politica entra come un accidente della Storia, ovvero come qualcosa che deve aderire e mirare a valori eterni (la Verità di cui si discuteva al Meeting).
Da allora di strada ne è stata fatta, sembra che CL sopporti sempre di meno il cavaliere. Di qui l'orientamento vaticano nelle ultime elezioni di portare a palazzo Chigi il buono e bravo Casini. Ma che a tentare l'impresa dopo il fallimento nelle urne sia un esponente del Pd, per quanto "uomo di centro", è una cosa veramente comica.
In queste ore si discute tanto della norma che mirerebbe a sospendere i processi, "per reati commessi fino al 2 maggio 2006", affidando l'individuazione dei criteri di rinvio ai "dirigenti degli uffici".
Non voglio farla lunga, dico soltanto che la cosa sembra molto contraria al dettato costituzionale dell'uguaglianza fra tutti i cittadini.
Volevo parlare di questo argomento, Rutelli ha occupato tutto lo spazio, mi limito a dire che sottoscrivo la posizione dei "Cento costituzionalisti" contro il Lodo Alfano. I quali hanno espresso "insuperabili perplessità di legittimità costituzionale".
[Anno III, post n. 220 (597), © by Antonio Montanari 2008]
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